venerdì 8 febbraio 2019

I vini di Rocca Celliere a San Vendemiano

I giornalisti e i comunicatori della rete internazionale Borghi d’Europa,in occasione
dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale, hanno individuato ben 16 tappe a
Conegliano e dintorni.
Alla ricerca degli inediti del buon e bello vivere, i vagabondi del gusto sono arrivati
così a San Vendemiano, a Rocca Celliere.
Sorseggiando un ottimo vino col fondo, Adriano e Gianpaolo
e Francesca ci raccontano la storia familiare nell’arte enoica.
“La nostra cantina è nata nel 1960 con l’idea di produrre vini che rimanessero il più vicino
possibile alla tradizione, ma che al tempo stesso fossero lo specchio della creatività della
nostra famiglia. Così facendo i vini da noi prodotti, non sono solo figli della tecnica, ma
delle vere e proprie rappresentazioni della nostra anima. Noi siamo unici, così lo sono
anche i nostri vini.
Riuscire a trovare in ogni bicchiere ciò che il terreno dona al grappolo, è diventato un
obiettivo e una ricerca costante. Il moderato uso della tecnologia durante tutto il ciclo
produttivo, ci permette di mantenere inalterate le caratteristiche dell’uva e di offrire non
soltanto un ottimo calice, ma anche un piccolo sorso del territorio sul quale la vite sorge.
Per questo abbiamo scelto di produrre vini tranquilli senza affinamenti artificiali,
frizzanti e spumanti a fermentazione naturale in bottiglia.”


Ma ritorniamo all’inizio del nostro viaggio del gusto.
“Rocca” dal piccolo castello che da sempre accompagna il logo della nostra azienda
e “Celliere”, derivato dal latino cellarium (luogo in cui si conservano i vini), formano
il nome della attività.Dai tempi del fondatore Giacomo Salvador e per le tre generazioni
in cui la famiglia ha vissuto nel mondo del vino, qui si è sempre coltivata la convinzione
che il vino deve essere emozione, un piacevole ricordo di una famiglia, le sensazioni
di un territorio, i suoi gusti, i suoi profumi e le sue vedute.

Dalla sua fondazione fino agli anni ottanta, la grande crescita economica italiana
impose al mercato del vino la necessità di grandi produzioni, spinte dalla maggiore
capacità di spesa delle famiglie poiché il vino era considerato un alimento che
necessariamente doveva essere presente a tavola, ma dagli anni novanta in poi
comincia a prevalere una visione più edonistica.

Questo ha permesso ad Adriano Pillon (genero di Giacomo) prima, ed ai nipoti
Francesca e Gianpaolo poi, di cominciare a sperimentare le prime gamme di vini di
qualità, ricerca che tutt’ora continua e che è sfociata i vini di grandissimo pregio come
il Pazienta, l’Hilaris, il P. Franciscus e il S. Jacobus. Questi vini sono frutto di una

lunga, lenta e costante ricerca che non ha come protagonista un laboratorio ma una
famiglia che cerca di comunicare con i profumi, ballare con i sapori ed emozionare
con i colori dei propri vini.

La sala degustazione è stata ricavata dai vecchi serbatoi in cemento, costruiti in loco,
più simili a grotte che a vasche, vere opere d’arte che rendono la degustazione ancora
più piacevole.
Questa sala è stata formata unendo una cisterna da 540 e una da 250 ettolitri, che un tempo venivano usate per lo stoccaggio dei vini.
Ed è proprio in questi ambienti accoglienti e unici,raccolti, che sviluppiamo l’intervista,
impegnati ad esprimere le emozioni di un approccio inusitato.
Nel lungo percorso di vita di cronisti del gusto, raramente incontriamo situazioni e persone
che hanno la magia di emozionarti. Qui, a Rocca Celliere, è semplicemente successo.
Quell’impegno di scoprire gli inediti del buon e bello vivere a Conegliano e dintorni
ci sembra davvero raggiunto.
Come siamo lontani dalle banalità dei redazionali a pagamento, con gli stessi discorsi
triti e ritriti!
Al prossimo appuntamento…...

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