mercoledì 23 marzo 2022

ll Buon Paese (Basilicata-Terre del Sud) - Il Pane di Matera

 I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno proposto il Pane di Matera nel corso di una

degustazione che si è tenuta in Veneto.


L’arte della panificazione è propria della tradizione locale da tempi molto antichi. Esistono testimonianze risalenti al Regno di Napoli che descrivono le particolari tecniche di panificazione. Inoltre, nella zona di produzione del Pane di Matera IGP numerose testimonianze artistiche e letterarie, ma anche leggende e racconti popolari, attestano l’importanza del pane nella vita e nell’economia del territorio.

GASTRONOMIA

Il Pane di Matera IGP deve essere conservato in luogo asciutto. Per mantenerne intatta la fragranza è consigliabile avvolgerlo in un telo di lino fino al momento del consumo. Ottimo appena sfornato, si conserva indicativamente sette giorni nella pezzatura da 1 kg e quattordici giorni per la pezzatura da 10 kg. È indicato in abbinamento con i salumi locali e con i formaggi. Ottimo nella tradizionale feddarauss (bruschetta) con pomodoro, olio e origano. Molto utilizzato anche nelle zuppe di verdure sia calde che fredde, come la tipica cialledda coll, una minestra calda a base di pane, acqua e cipolle o pomodori, con l’aggiunta di verdure locali a piacere.


Consorzio di Tutela del Pane di Matera

Per tutelare e valorizzare il Pane di Matera, ricosciuto con il marchio IGP - Indicazione Geografica Protetta dalla Commissione Europea un gruppo di giovani produttori e imprenditori, panificatori da generazioni, ha costituito insieme alle imprese della filiera di produzione il Consorzio di Tutela del Pane di Matera IGP.
La Commissione Europea ha riconosciuto il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta) al pane di Matera nella categoria panetteria e prodotti da forno. Questo prodotto tipico lucano fa parte quindi della lista dei prodotti tipici italiani protetti.
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Il disciplinare di produzione era stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Comunità Europea (Guce) C128 del 9 giugno con la proposta favorevole n. 510/2006 del Consiglio. Non sono pervenute osservazioni contrarie. Il territorio amministrativo di produzione comprende la provincia di Matera.

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

Attraverso un rigoroso disciplinare di produzione i membri del Consorzio sono intervenuti sull’intera filiera, dalla coltivazione dei grani tradizionali fino alla tecnica di produzione finale per riproporre con nuova vitalità il prodotto nella sua più genuina originalità
I principali aspetti che caratterizzano la produzione del Pane di Matera a marchio IGP sono:

1. La filiera produttiva:
- Agricoltori (piantagione e raccolto)
- Mulino (stoccaggio termoventilato e molitura),
- Panificatori (lavorazione e produzione)

2. Controllo dei terreni

3. Selezione dei semi 100% grani della Collina Materana
Stoccaggio del grano dal giorno della molitura fino al giorno della macinazione in silos termo ventilati a garanzia della inalterabilità delle proprietà organolettiche del grano.
Utilizzo dell’antica e pregiata varietà di grano duro Cappelli (seme originale proteine min 14.5 max 16.5)

4. Molitura
Controllo del processo di molitura e creazione della giusta miscela

5. Panificazione
Rispetto del disciplinare IGP di produzione, secondo metodologie antiche, tra le quali l’utilizzo del lievito madre e lunghi momenti di lievitazione sia in vasca che nelle tavole.

lunedì 14 marzo 2022

Casera Frontin I vigneti della Valbelluna

 

 





Ho incontrato Maurizio Donadi, viticoltore di San Polo di Piave (TV), diversi anni fa nel mio viaggio alla scoperta di una viticoltura naturale. Un progetto fotografico, tutt’ora in corso, che attraverso le immagini vuole documentare il lavoro di vignaioli che adottano una filosofia produttiva con l’impegno di rispettare e custodire la natura ed i luoghi in cui operano, senza dimenticare il valore del suolo e della sua complessità. In una delle immagini scattate nelle vigne di Maurizio, si vede una zolla di terra che appartiene ad un suolo sano, soffice, ben areato e ricco di materia organica, non compromesso dall’uso di concimi chimici e di pesticidi, dove le radici delle piante penetrano in profondità “alla ricerca delle migliori sostanze naturali, dei minerali di cui sono avide”.

Casera Frontin è il nuovo progetto vinicolo intrapreso da Maurizio Donadi nell’anno 2016 nel particolare contesto paesaggistico di Frontin, una frazione del comune di Borgo Valbelluna, tra le Prealpi Bellunesi ed il corso del fiume Piave. Un progetto, come mi spiega, importante sotto il profilo personale e professionale, che condivide con la moglie Fabiola.

La bellezza e l’armonia di questo luogo ricco di biodiversità, lontano dal traffico, dai ritmi frenetici, dove il tempo sembra essersi preso una pausa, hanno saputo affascinare Maurizio e Fabiola che da tempo erano alla ricerca di un’oasi di pace. In questo angolo della spettacolare Valbelluna, ad una altezza di 450 metri s.l.m. sono state messe a dimora, accanto ad alberi da frutto di varietà antiche, viti di pinot grigio, ed alcune varietà a bacca bianca di vitigni resistenti detti PIWI (dal tedesco, Pilzwiderstandsfahig) di bronner, johanniter, solaris, aromera. Vitigni tolleranti alle principali malattie fungine come oidio e peronospora che permettono una notevole diminuzione dei trattamenti fitosanitari, una realtà che si sta consolidando nel panorama viticolo enologico italiano, sempre più attento alle problematiche ambientali ed al cambiamento climatico in atto e che rappresenta un importante argomento sul quale si sta dibattendo.

Maurizio, laureato in Enologia all’Università di Padova, preferisce definirsi contadino e non imprenditore agricolo. Racconta che vivere in campagna significa saper creare un rapporto sinergico con l’ambiente, imparare a sentire ciò che la terra e le piante della vite comunicano, ritrovando nella qualità gustativa del frutto il messaggio di vitalità della terra.

Il contadino non è solo un agente economico, ossessione del pensiero unico. È il custode del nostro territorio, la base materiale di ogni attività umana e della vita stessa”.

Piero Bevilacqua (Il cibo e la terra, Donzelli Editore)

Il passaggio dall’agricoltura convenzionale all’agricoltura biologica e biodinamica è stato il frutto di una scelta etica e consapevole. Lo studio e l’approfondimento, l’osservazione della natura, la riflessione sui metodi in grado di migliorare la qualità dei terreni e di conseguenza la salute ed il benessere di piante, lo hanno convinto a praticare una viticoltura sostenibile in tutte le fasi produttive. In campagna segue le regole dell’agricoltura biologica, l’uso del letame maturo, l’impiego di rimedi omeopatici e di preparati biodinamici come ad esempio il corno-letame (500) e il corno-silice (501). Con i preparati biodinamici da cumulo e da spruzzo (preparato di achillea, di camomilla, di ortica ecc.) si utilizzano delle sinergie messe a disposizione dalla natura, che migliorano la qualità del suolo, lo aiutano a sviluppare la vita microbica e rinforzano la pianta, riportando l’equilibrio nel vigneto. In questo modo, la vite, che “grazie alle sue radici si sposa con il suolo”, sarà in grado si produrre un frutto sano, con buone qualità nutrizionali, gusto ed aroma.

Con le uve raccolte a mano nelle vigne di Frontin è nato Lo Spumante Brut Nature Casera Frontin, un blend di uve di pinot grigio e di vitigni resistenti, coltivati su un suolo con presenza di roccia ed argilla. Uno spumante con doppia fermentazione, affinato in anfora di terracotta. Un vino che Maurizio descrive: fresco, con profumi di frutta tropicale, fini sfumature aromatiche e note minerali. Un vino spumante equilibrato e vitale, vinificato senza interferenze e non costruito artificialmente, che riflette l’influenza di clima, suolo e vigneto, frutto di un percorso personale e di ricerca.

In agricoltura biodinamica si utilizza anche il metodo analitico chiamato cristallizzazione sensibile, o morfocristalizzazione, una tecnica nata dai suggerimenti di Rudolf Steiner, che permette di osservare l’organizzazione energetica di un prodotto, rappresentandolo in termini qualitativi. La cristallizzazione del liquido, a cui è stato aggiunto cloruro di rame in soluzione, determina “un’immagine” composta dai cristalli di rame che indicano le linee energetiche del prodotto esaminato.

I campioni di vino permettono di apprezzare la stabilità, l’attitudine all’invecchiamento, la presenza o la sensibilità alle malattie, l’evoluzione aromatica, e infine di ottimizzare gli assemblaggi.

Anche sui campioni di spumante bianco e rosato di Casera Frontin Maurizio è ricorso a questo tipo di indagine. Nella parte conclusiva della dettagliata relazione sulle analisi compiute dal laboratorio francese Oenoscristal, si evidenzia, ad esempio, che lo Spumante Bianco è vinificato con un’uva di ottima qualità, ben realizzato, un vino da invecchiamento con un grande profilo!

Un Arrivederci a Casera Frontin per un brindisi con Maurizio e Fabiola, un luogo magico che sa incantare il visitatore per l’armonia del paesaggio rurale, in cui è bello vivere e star bene. Un contesto paesaggistico ancora integro che va curato e mantenuto.

Maurizio e Fabiola sono i sostenitori di un’agricoltura vicina alla natura che non ricorre alla chimica di sintesi. Un “saper fare” artigianale per farci trovare nel bicchiere vini che sanno coinvolgere ed emozionare per gusto, espressività e personalità.

 

Antonella Pianca